Amo produrre arte in tutte le sue forme, ma il luogo dove preferisco farlo è dietro i fornelli.
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Amo produrre arte in tutte le sue forme, ma il luogo dove preferisco farlo è dietro i fornelli.

“Chiaraaaa! vieni qui che facciamo i biscotti”.

La voce della mia mamma riecheggiava sicura e piacevole dalla cucina ed io non mi facevo attendere. Così, impastavo e cantavo, cantavo e impastavo… ad oggi non è cambiato poi tanto. C’è chi dice che nella vita, per fare bene qualcosa, sia necessario concentrarsi solo su questa escludendo tutto il resto.

Per me non è così.

Sin dal principio ho seguito il flusso delle mie passioni senza alcuna riserva, perché ciò che da sempre mi dà felicità ed ispirazione l’ho trovato attorno a me nelle piccole cose quotidiane. Funziona così: se a sei mesi gattonavo nel backstage dei Pooh e a 3 anni massaggiavo pastafrolla, non vedo perché, ormai adulta, io debba rinunciare a passeggiare con gioia tra la cucina, la musica e l’arte in generale.

Ho cominciato a scrivere le mie prime canzoni a 14 anni, fino ad arrivare nel 2009 a calcare il palco di San Remo e ad incidere poi 2 dischi come solista. Pensavo che il mio percorso di vita sarebbe stato questo per sempre, forse anche perché, da parte del mio papà, ho sempre osservato un approccio al mondo musicale molto entusiasta e tenace. Poi mi sono scoperta diversa: riflessiva, riservata e anche un po’ fragile. Il mondo della musica non è un mondo semplice, è un insieme di contrasti emozionali molto forti, momenti difficili e anche, ammettiamolo, grandi gioie. Forse, proprio per queste sue caratteristiche instabili, ho sentito il bisogno di metterlo in pausa, respirare e trovare conforto in qualcosa che mi rilassasse davvero senza pressioni emotive. È così che mi sono avvicinata al mondo professionale della cucina, quasi per trovare rifugio, come quando da piccola facevo i biscotti con mamma.

La prima volta che guadagnai dei soldi con qualcosa cucinato dalle mie mani risale al mio ultimo periodo di permanenza a Milano, quando per mantenermi iniziai a cucinare torte per tutti i ristoranti del mio quartiere; l’influenza positiva di San Remo ormai stava sfumando, ed io iniziavo a fare i conti con la vita di una giovane musicista in Italia. Per fortuna quelle torte piacevano molto, così iniziai a cucinarne sempre di più e sempre più frequentemente, fino a convincermi che forse tanto male non erano e che forse in cucina le mie capacità potevano essere in qualche modo riconosciute.

Nello stesso periodo iniziai a cambiare radicalmente anche il mio modo di alimentarmi: prima smisi di mangiare carne per motivi di salute e poi, per motivi etici, anche il pesce. Proprio in coincidenza di questo cambio di rotta così forte mi resi conto che a Milano scarseggiavano le proposte vegetariane. Mi ritrovai così a propormi come cuoca in una nota hamburgeria in Porta Genova per gestire la parte vegetariana e vegana e, incredibile ma vero, mi assunsero. Questa esperienza mi servì molto per sviluppare creatività, velocità e gusto nell’ambito dello street food veg e mi garantì la professionalità necessaria per aprire poi il mio primo ristorante a Verona: Buns Gourmet Burgers.

Poco prima di trasferirmi dalla Lombardia al Veneto, ebbi l’immensa fortuna di essere accolta nella brigata del Joia di Pietro Leemann, sviluppando così un’attrazione molto forte anche per l’alta cucina veg, che invece richiede tempo, ricerca e grande attenzione per ottenere un risultato eccellente.

Dopo circa due anni di lavoro nel mio ristorante a Verona, conobbi Sandro, il grande amore, decidendo così di voler lasciare Buns e di tornare a Treviso per poter coltivare la nostra storia e nuove esperienze lavorative. Quasi a voler sottolineare che le scelte giuste ci incanalano nei migliori sentieri, appena iniziata la convivenza nella mia città natale, mio padre (vegano dal 2009) mi propose di partecipare con lui alla realizzazione di un libro sull’etica vegana. Accettai di buon grado sviluppando 50 ricette stagionali ispirate in parte alla cucina tradizionale italiana ed in parte “inventate” da me.

Fu così che, in una quadratura astrale molto positiva, nacque SANO VEGANO ITALIANO (edito per Rizzoli): un progetto di cui vado molto fiera in quanto la sua promozione mi ha permesso di cucinare nei ristoranti di tutta Italia comunicando con sincerità la mia idea di cucina unita al rispetto per la natura e gli esseri viventi che la popolano.

Tutte queste esperienze hanno contribuito a formare quella che è oggi Chiara ai fornelli: gusto deciso, creatività, estetica, attenzione alla salute, ma sopratutto RADICI.

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